Finalmente a casa! Dopo nove mesi di restauro conservativo è tornato nella sua sede naturale sopra l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Maddalena il quadro di Orazio Gentileschi raffigurante la Maddalena Penitente. Ricordo che il quadro, datato intorno al 1613, era stato restaurato nel lontano 1966 e durante l’alluvione di Firenze aveva subito seri danni. Durante gli studi preparatori non sono emerse se non pochissime informazioni riguardanti tale periodo, se non che il dipinto è tornato a Fabriano nel 1968 dopo la ”Mostra di opere d’arte restaurate” tenuta ad Urbino.
Spostato in novembre per essere portato nel laboratorio di restauro della dottoressa Federica Buccolini è stato riposizionato in tempo per la presentazione al pubblico del 21 luglio durante il concerto in onore di santa Maria Maddalena e per la ricorrenza del 22 luglio festa dei cartai fabrianesi di cui la Santa è protettrice. Il quadro è tornato ad avere i suoi splendidi colori originali, grazie anche alle moderne tecniche utilizzate partendo da indagini non invasive di riflettografia all’infrarosso che ha permesso di scoprire i segreti più reconditi del quadro.
Senza disegni di costruzione, con solo un piccolo ripensamento, vedi il tallone sinistro della Maddalena, e pitture sovrapposta l’una alle altre, vedi il Crocifisso ed il teschio.
Vista l’importanza dell’opera, la Polizia di Stato del Commissariato di Fabriano ha voluto essere di scorta al trasporto dell’opera con 2 volanti ed al riposizionamento del quadro.
Molti curiosi hanno seguito tutte le fasi del montaggio ed un applauso ha sancito il fine lavoro.
A Federica Buccolini che ha avuto l’onere e l’onore di effettuare il restauro abbiamo chiesto un commento: ”Lavorare al restauro conservativo della Maddalena Penitente è stato impegnativo ed emozionante allo stesso tempo.
Nel 1966 il dipinto era in restauro a Firenze, ed era stato foderato da poche settimane quando è stato raggiunto dall’ondata di piena dell’Arno. Dopo i danni inferti dell’alluvione la tela è stata foderata nuovamente, sottoposta in pochi mesi a due foderature, notevoli danni e stress. Il mio obiettivo è stato quello di ridare una corretta leggibilità all’opera, offuscata da una vernice ormai pesantemente ossidata fed ingiallita, e verificare che a livello strutturale fosse tutto coeso.
Un intervento minimo ma efficace, nel pieno e totale rispetto dell’opera”.
Numerosissime sono state le riprese fotografiche per tracciare il lavoro certosino fatto, che si sono tradotte in un video e che, a differenza dei restauri precedenti di cui non si trova traccia, faranno la storia del quadro ancora per molto tempo.
La preziosità, la delicatezza del quadro e la datazione sconsigliano lo spostamento dalla sua sede naturale della chiesa di Santa Maria Maddalena di Fabriano, per cui chi vorrà ammirare questa preziosa opera dovrà entrare in quello scrigno di opere d’arte che è la Chiesa della Pia Università dei Cartai di Fabriano
Al termine di ogni avventura sono necessari i ringraziamenti a chi ha dato la possibilità che questa meravigliosa avventura avvenisse e lasciatemelo dire con successo. Un grazie a Andrea Zenobi, CEO della Chemiba, che come main sponsor ha fatto sì che questo “miracolo” potesse avvenire. La Fondazione Carifac e il Rotary di Fabriano con i loro contributi. Grazie a Federica Buccolini ed al suo staff che ha portato avanti il restauro con tutte le difficoltà che la vita ci propone ogni giorno. Grazie all’agenzia Dedalo Group che ha seguito documentando tutte le fasi del restauro. Grazie alla Cooperativa Galileo per il prezioso lavoro di logistica.
Un ringraziamento particolare va agli uomini del Commissariato di Fabriano nella persona del Dott. Angelo Sebastianelli, che ha protetto il quadro durante le fasi di trasporto e montaggio.
Ma soprattutto “grazie” a Santa Maria Maddalena che da secoli protegge i cartai e le cartiere fabrianesi nel loro lavoro giornaliero.
Franco Oppietti